Per un’associazione no-profit organizzare un festival culturale è una sfida, ancor di più se lo si fa a distanza. Questa è la storia del MAC fest fin dalle sue origini, nato a Cava de’ Tirreni e realizzato da tante e tanti under 35, sparsi in giro per l’Italia per ragioni di studio e lavoro, che si riuniscono in città alla fine dell’estate per una ricca rassegna attraversata da musica, arte e cultura, godendo di decine di partnership, dell’alto patrocinio del Parlamento europeo e della provincia di Salerno. Tuttavia, nell’ultimo anno e mezzo il dialogo con l’Amministrazione comunale è diventato farraginoso. Nel 2022, tra interlocuzioni e lettere recapitate a mezzo PEC, scoprivamo per caso – a 20 giorni di distanza dall’inizio del festival – che gli spazi richiesti erano stati assegnati a un’altra manifestazione. Rimettendoci all’opera e senza perderci d’animo abbiamo accettato di spostare le nostre attività presso un’altra struttura. In vista della V edizione, abbiamo deciso di chiedere un incontro al Sindaco in prima persona. Tra ottobre e dicembre 2022 sono state protocollate ben due richieste che esplicitavano la nostra volontà a dialogare con le istituzioni per non incorrere nei problemi già vissuti. L’incontro è avvenuto a gennaio 2023 e per l’occasione abbiamo presentato anche il report di impatto socio-economico, che redigiamo a cadenza annuale per tenere traccia dei risultati raggiunti dal festival, paventando una informale richiesta per la somministrazione di cibi e bevande per fini legati all’autofinanziamento. A seguito dell’incontro, coordinandoci con l’Ufficio Patrimonio, abbiamo verificato la disponibilità degli spazi e proceduto con la richiesta di concessione a titolo gratuito, così come avvenuto fin dal 2019. La prima richiesta di co-organizzazione inviata a febbraio 2023 si chiudeva con la seguente formula: “In attesa di ricevere riscontro da parte dell’Ente e con l’auspicio di poter collaborare con il medesimo per una migliore riuscita della manifestazione […]”. Il dialogo è proceduto senza intoppi fino al mese di aprile, periodo in cui si stava discutendo della delibera, salvo poi interrompersi. Arrivati a giugno scopriamo che, per questioni interne alla Giunta, la nostra delibera si era arenata e che, a causa dell’intervento della Corte dei Conti, diventava indisponibile la concessione degli spazi a titolo gratuito. Pur con rammarico, ci dimostriamo pronti a pagare ma chiediamo la somministrazione come requisito necessario per affrontare le spese. Lato nostro iniziamo a dialogare con alcuni esercenti, titolari delle licenze, che avrebbero dovuto provvedere al servizio. Spaziando tra gli Uffici Patrimonio, Cultura e SUAP, inizia una nuova fase di incontri che vanificano il tempo e il lavoro spesi nei mesi precedenti e gli accordi con i fornitori. In data 7 agosto protocolliamo una ennesima richiesta dove esplicitiamo giorni e orari specifici per far fronte alle tariffe senza dover rinunciare a parti del programma, ma ci viene notificato che il parere positivo da parte del Dirigente sarebbe arrivato soltanto con il pagamento integrale degli spazi (5.860 euro) senza esenzioni e senza possibilità di somministrazione. Dopo un ulteriore confronto, viene chiarito che non esiste alcun vincolo giuridico che impedisce la somministrazione ma sussiste una mancata volontà politica da parte della Giunta di accordare il permesso, che per noi significa impedire a un’associazione no-profit e a un festival interamente gratuito di sostenere le spese. E lo scopriamo a pochi giorni dall’inizio dell’evento, ancora una volta. La motivazione che ci è stata fornita è legata alla nostra età, a cui si associa una quasi automatica irresponsabilità. Non nascondendo la delusione per il mancato riconoscimento da parte delle istituzioni locali del valore aggiunto che MAC fest apporta alla programmazione culturale della città, pensiamo che associare il festival a una festa sia irrispettoso e ne siamo rammaricati. Inoltre, aggiungiamo la delusione per il danno di immagine che comporta dover ritardare o modificare in corsa la comunicazione degli spazi, l’incertezza nel supporto dell’Ente di prossimità e la mancata chiarezza sugli iter burocratici, in un’ottica di crescita futura e di ampliamento delle collaborazioni, a cui con ambizione guardiamo, risultando anche vincitori di bandi per la realizzazione di altrettanti progetti culturali a livello nazionale. Ciò che non sembra chiaro a chi amministra la città è che per organizzare un festival come MAC fest c’è bisogno di almeno un anno di lavoro e il contributo di centinaia di persone che, in qualità di volontari, dedicano il proprio tempo libero a un progetto culturale con l’obiettivo ultimo di apportare beneficio al territorio. È questo l’unico motivo che ci ha spinto a non annullare il festival e a far fronte alle difficoltà, riadattandoci ancora una volta, per garantire quei 40 eventi in otto giorni a cui duramente abbiamo lavorato. Queste sono le ragioni per cui, rinunciando a una delle due location, pagheremo il canone di locazione di circa 3.000 euro per garantire dignità alla mostra d’arte presso il Complesso Monumentale di San Giovanni e sposteremo il resto delle attività previste presso il Social Tennis Club, che ha accettato di ospitarci. Resta fermo il nostro invito ai componenti della Giunta a partecipare al MAC fest per capire di cosa si tratta.  

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