Dalle fiabe di Basile a Pinocchio, passando per la ‘favola’ del Giffoni 2016:Matteo Garrone, protagonista di un attesissimo incontro con i giurati e di una gremita Masterclass, conferma il progetto di trasposizione cinematografica della storia di Collodi. “Inizieremo a girare nella primavera 2017. Stiamo facendo molti test anche sugli effetti speciali e siamo ancora alla ricerca del protagonista”. Il film, che dovrebbe uscire nel 2018, sarà girato in Italia e in italiano: un cambio di rotta dopo l’esperienza in inglese de Il Racconto dei Racconti, che intanto potrà gareggiare agli Oscar 2017 in tutte le categorie.
L’interesse di Garrone, però, è tutta rivolto ai ragazzi: “Sono qui raccontare ai ragazzi il mio percorso di regista e il lavoro fatto per Il Racconto dei Racconti. Quando avevo la loro età, però, volevo fare il tennista: ero la disperazione dei miei genitori, non leggevo mai, ma ho sempre amato disegnare. Una tendenza verso le arti visive, in fondo, l’ho sempre avuta. Finché resto nel mondo della visione, anche visionaria, sono nel mio territorio”.
Esorta i giurati che cercano la propria Destinazione nel mondo a seguire “la passione, quella autentica, l’unica che può portarti dritto al proprio obiettivo”. Una passione che si respira al Giffoni Film Festival: “C’è da tanti anni e mi sembra in costante crescita: ha un’energia e una passione invincibile”.
Nel corso dell’incontro con i Masterclass all’Antica Ramiera, Garrone ha spiegato: “I temi del Racconto dei racconti sono un po’ gli stessi di altri film che ho fatto: l’ossessione, il desiderio, la trasformazione dei corpi. Nel “Racconto” c’è un grosso lavoro di effetti speciali, la libertà degli altri film non riuscivo ad averla. È un film con una struttura molto ingombrante nella lavorazione con una troupe di circa cento persone: è stato un film molto faticoso, il primo film in lingua inglese che ho girato e per la prima volta ho lavorato con star internazionali: è un film non commerciale, ma che sento mio, nonostante tutte le difficoltà che ho avuto. Mi sono messo alla prova”.
“Non rifarei il film con attori inglesi – confessa il regista – pensavo che avrei avuto vantaggi, considerando che era un film costoso. È stato un errore: Pinocchio lo farò in italiano, con attori italiani. L’internazionalità è data dalla qualità e dall’originalità del film: se fai un film in Italia, lo fai in italiano… È un film più femminile e al femminile. Parla di donne in tre età diverse. Gomorra, invece, è un film maschile e al maschile”.