“Questo è l’unico Paese per giovani che conosco. La vera magia del Giffoni è essere Giffoni grazie a supereroi come Claudio Gubitosi che riesce a rinnovare questa magia ogni anno”: Giovanni Veronesi, ospite della sesta giornata della 47esima edizione, approfitta della sua partecipazione al Festival per annunciare il suo prossimo film.
INTERVISTA
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“Sarà pieno di effetti speciali, una cosa completamente diversa da quello che ho fatto finora” rivela il regista e sceneggiatore alle prese con quello che definisce “un family classico”, ma eccezionale per le modalità di ripresa: “È la storia di un gorilla realmente esistito, nato in cattività e vissuto una ventina di anni fa qui in Europa: fu strappato alla sua famiglia ‘umana’ per essere riportato in Africa e reinserito nel suo habitat. Per me sarà un’esperienza straordinaria perché non avrò mai il mio protagonista in scena. Negli USA produzioni del genere sono ormai obsolete, ma non da noi” e non a caso il film, ancora senza titolo, è frutto di una coproduzione europea. “Il fatto che abbiano scelto me mi riempie d’orgoglio e di passione: questo mestiere ti permette di imparare cose nuove anche a 53 anni”. Al momento Veronesi sta lavorando al concept design del gorilla con gli specialisti che hanno realizzato “Vita di Pi”, di Ang Lee, vincitore di quattro Premi Oscar, tra cui quello per i Migliori effetti speciali.
In qualche modo questo nuovo film sarà per lui una magia, anche se, confessa, se avesse una bacchetta vorrebbe rivedere i suoi genitori: “Mi basterebbero dieci minuti. Sono morti dieci anni fa, ma non sono riuscito a elaborare il lutto. Mi mancano tanto”. A proposito di genitori, denuncia le responsabilità della sua generazione verso i ragazzi di oggi: “Abbiamo sbagliato, non abbiamo fatto altro che lamentarci della società, della politica, delle condizioni di vita: abbiamo insegnato ai nostri figli che il lavoro è solo stipendio, segando loro i sogni. Distruggere i loro sogni vuol dire distruggere la loro vita”. Continua: “Ai quattordicenni bisogna far capire che non sono degli sfigati costretti a emigrare, ma che gli italiani sono un popolo speciale, che porta con sé la tradizione di Dante, la bellezza di Venezia. Da tre anni raccolgo le voci dei ragazzi che vanno all’estero nel mio programma radiofonico su Rai Radio2 e mi sembrava uno spreco che un regista che ha sempre avuto, per fortuna, la libertà di parlare di quel che vuole non se ne occupasse”.
Tra i suoi ‘sogni’ quello di tornare a lavorare con Francesco Nuti: “Sta vivendo una vita diversa dalla nostra: io continuo ad andarlo a trovare sperando in un miracolo. Quando vedo il suo sorriso, ironico e affettuoso come sempre, ho la sensazione che mi stia prendendo in giro e che presto torneremo a fare film insieme, come un tempo. Sono anni che aspetto, ma ancora non è accaduto”.