La maggior parte degli attori cerca una via d’uscita dal ruolo più ingombrante della carriera. Evanna Lynch no: l’interprete di Luna nella saga di Harry Potter tornerebbe anche immediatamente nella Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, come ha raccontato al pubblico del Giffoni Film Festival 2016, dove ha presentato in concorso il nuovo progetto, My name is Emily.
L’universo magico creato dai romanzi della scrittrice J.K. Rowling, pubblicati in Italia da Salani, si sta infatti attualmente ampliando con un nuovo film al cinema (il 18 novembre in sala il primo della trilogia prequel, Animali fantastici e dove trovarli con il Premio Oscar Eddie Redmayne) e a teatro, con un’opera che segue le vicende del figlio del maghetto, dal titolo Harry Potter and the cursed child, in scena dal 30 luglio al The Palace Theatre, a Londra nel West End. Oltre a parchi a tema ed uscite editoriali, la magia è destinata a continuare e la 24enne attrice irlandese non vede l’ora di farvi parte di nuovo: “Se ci fosse un film basato sull’opera teatrale – ha confessato – mi ci fionderei subito. La verità è che non riesco a dire addio al mio personaggio e spero di tornare a vestire i suoi panni, in una versione più matura”. Se invece fosse “rimpiazzata” da un’altra attrice in un ipotetico adattamento futuro, invece, non reagirebbe con fair play: “Mi arrabbierei molta, sarei gelosissima anche solo all’idea che possa succedere e non credo me la farei andar bene”. Di tutt’altro avviso, invece, la collega Emma Watson: qualche giorno fa ha accolto a braccia aperte la collega Noma Dumezweni che interpreterà il suo ruolo, la strega Hermione, sul palcoscenico londinese. La scoperta di un’interprete di colore ha scandalizzato molti, ma non Evanna Lynch: “Il personaggio di Hermione ha come tratto caratteristico la lotta per gli indifesi, come gli elfi domestici, quindi ha senso che lei stessa faccia parte di una minoranza. Con questa scelta J.K. Rowling ha mostrato come un’artista possa mandare un messaggio sociale forte attraverso il suo lavoro. Per quanto mi riguarda, quello che conta è il talento, non il colore della pelle”.
La giovane attrice ha ottenuto il ruolo nella saga del maghetto all’età di 14 anni, quando era una fan scatenata della storia: “Ho sempre avuto le mie idee su alcuni sviluppi narrativi, al punto che un giorno sono andata dalla scrittrice a proporle una storia d’amore tra Luna e il Preside della scuola, Albus Silente. Le ho detto che non m’importava la differenza d’età tra loro e che li avrei visti bene insieme. Mi ha risposto: “Non è una questione anagrafica, la relazione sarebbe comunque impossibile perché è gay”. E così sono venuta a conoscenza di una delle grandi rivelazioni di J.K. Rowling”.
L’universo di Harry Potter è sempre stato una grande metafora della lotta alle discriminazioni per l’uguaglianza dei diritti, una campagna condivisa dall’attrice: “Luna se ne infischia dei pregiudizi altrui, è uno spirito libero e mi ha aiutato a combattere le insicurezze, come sta facendo con milioni di persone nel mondo. Così nei progetti successivi ho pensato di sposare cause importanti. Ad esempio in G.B.F. interpretavo la ragazza perfida che detesta gli omosessuali. Il disagio provato nel dare vita alla sua meschinità mi ha fatto capire che sarebbe servito a dimostrare le premesse del film. Cerco comunque nuove sfide e ho una lista di attori con cui vorrei recitare, primo fra tutti Benedict Cumberbatch perché sono una fan del suo Sherlock tv”.
Intanto al festival ha anche ricevuto un’impacciata richiesta di matrimonio da un fan. Rifiutata con garbo, sia chiaro: “Riparliamone tra dieci anni, per ora tutto il mio tempo libero lo dedico ai miei micetti, anzi spero di aprire presto un rifugio per ospitarne tantissimi e spendere tutti i miei soldi per la loro salvaguardia”. Ha poi salutato il giovane pubblico con un consiglio: “Siate comprensivi con i genitori, spiegate loro con calma i vostri sogni e aiutateli a capirne le motivazioni che vi spingono a sperimentare cose nuove. A volte possono proibirvi di tingervi i capelli o indossare certi abiti, ma lo fanno in buona fede, per proteggervi. Mia mamma, che oggi è qui con me in sala a Giffoni, mi ha dato regole severe ma mi ha anche lasciata libera di trovare la mia strada, ha capito che la ribellione adolescenziale non era un dispetto, ma un desiderio di capire chi fossi”.